Benvenuti nella pagina dedicata alla radiotecnica
Nella presente pagina proverò a trasferire, a
chiunque dedichi qualche minuto alla lettura di questa pagina web, le
basi della radiotecnica, cercherò di utilizzare il più possibile un
linguaggio semplice, così dà aiutare chi si avvicina a questo argomento
complesso a comprenderne il significato.
Ribadisco come sempre che è impossibile
condensare un argomento così vasto in poche righe, ma se avete bisogno
di approfondire potete contattarmi visitando la pagina "Contatti"
Un pensiero e un rigraziamento và alla
persona che ha reso possibile tutto ciò di cui parleremo, cioè
Guglielmo Marconi,
senza di lui e le sue scoperte tutto quello di cui parleremoin questa
pagina non esisterebbe.
Guglielmo Marconi che tra l' altro venne una
volta nel mio paese, nella residenza del suo medico personale, cioè l'
illustre scienziato, medico e biologo
Giuseppe Tallarico.
Introduzione
La
radiotecnica è la scienza che utilizza l'
elettricità, l' elettromagnetismo e quindi l'
elettronica
per inviare e ricevere onde radio a scopo di comunicazione
(radiocomunicazioni) o controllo. Essa prevede lo studio e la
progettazione degli apparati elettronici preposti allo scopo, cioè i
radiotrasmettitori, i radioricevitori e le
antenne di trasmissione e ricezione.
Cercando di semplificare il concetto, si
tratta di inviare, nello spazio circostante, delle
onde
elettromagnetiche (portante) aventi
frequenza e
lunghezza d'onda
opportune a cui si sovrappone opportunamente l' informazione da
trasportare (modulazione), questo lavoro viene svolto dal trasmettitore,
il quale ha, collegata alla propria uscita tramite una linea di
trasmissione accordata (cavo
coassiale o guida d' onda)
l' antenna tramittente, la quale si occupa di trasdurre il segnale
elettrico in un campo elettromagnetico di intensità proporzionale alla
potenza presente al suo ingresso. Ulteriori informazioni sui campi
elettromagnetici si possono recuperare da
questa pagina.
Tutto si basa sui
circuiti di tipo oscillatorio, che possono essere di tipo
serie
oppure più sovente di tipo
parallelo, essi sono dei circuiti elettrici
che sfruttano la proprietà fisica degli induttori e delle capacità di
accordarsi su una sola frequenza a seconda del valore dei componenti
utilizzati, si deduce da ciò che per modificare la
frequenza di
risonanza e quindi selezionare (ricevitore) o produrre (trasmettitore)
basta variare il valore di uno dei componenti del circuito oscillatorio.
Le onde elettromagnetiche verrano poi
ricevute ed amplificate dalle
antenne di ricezione, le quali sono anche esse dei circuiti
oscillatori accordate su una determinata frequenza, ed operano il
procedimento inverso, cioè trasducono un campo elettromagnetico in un
segnale elettrico.
Il segnale ottenuto viene in seguito inviato
tramite un' altra linea accordata all' apparato di ricezione
(radioricevitore), il quale tramite il solito circuito oscillatorio
selezionerà tra le tante, la frequenza che ci interessa ricevere e
provvederà a separare le informazioni trasmesse, dalla portante a
radiofrequenza (demodulazione). Affronteremo il capitolo trasmettitori,
ricevitori ed antenne in seguito, in trattazioni separate per meglio
comprenderli.
A volte il
trasmettitore e il
ricevitore
radio possono coesistere in un solo apparato elettronico, in questo caso
si parla di
ricetrasmettitore.
Le frequenze e quindi lunghezze d' onda su
cui è possibile trasmettere sono riportate nello
spettro elettromagnetico
ed indicizzate in varie
bande
visibili nelle tabelle ingrandibili che trovate al rigo sottostante.
Spettro elettromagnetico
Suddivisione in bande dello spettro elettromagnetico
La scelta della banda di trasmissione dipende dalla distanza da coprire
e dall' orografia del terreno, questo perchè i segnali con frequenza
nella parte bassa dello spettro hanno la capacità di superare gli
ostacoli che si frappongono tra il trasmettitore e il ricevitore
(prevalenza della componente magnetica su quella elettrica), ma vanno
sostenuti da potenze elevate con relativo proporzionato inquinamento da
elettrosmog.
Inoltre fino a circa 30 MHz la ricezione di dette emissioni è affetta
dal cosiddetto fading, cioè la variazione continua dell' intensità del
segnale ricevuto, questo è dovuto alla variazione continua di spessore
degli strati dell' atmosfera terrestre che riflettono questo tipo di
segnale e ne permettono la propagazione a lunghe distanze. La
propagazione per onda diretta rimane invece stabile.
Purtroppo l' utilizzo delle bande basse, per i limiti esposti prima stà
gradualmente cadendo in disuso, esse sono sostituite dallo
streaming
internet e dalle comunicazioni satellitari numeriche le quali permettono
una buona qualità senza i limiti intrinseci a questo tipo di emissioni.
Si utilizzano comunque, ancora prevalentemente quando bisogna coprire
vasti spazi con un solo trasmettitore.
Al salire della frequenza le onde elettromagnetiche tendono ad essere
assorbite e schermate dagli ostacoli che si frappongono, fino ad avere
dopo i 30 MHz una portata ottica, cioè il trasmettitore deve vedere il
ricevitore, altrimenti la ricezione del segnale irradiato diventa
impossibile, ma vi è il vantaggio di poter utilizzare potenze di
trasmissione relativamente basse, vista la necessità per coprire una
determinata zona di installare più di un' impianto di trasmissione .
Si cerca comunque di collocarli sempre in una posizione il più elevata
possibile per estendere l' orizzonte ottico e quindi aumentare la zona
servita dall' impianto di trasmissione.
Si deve tener presente anche, che la scelta della banda di trasmissione
condiziona direttamente la qualità dell' informazione trasmessa, questo
perchè nelle bande basse si è obbligati visto il poco spazio a
disposizione ad utilizzare canali di trasmissione stretti, tutto ciò
implica che a prescindere dal tipo di metodo usato per sovrapporre l'
informazione alla portante (modulazione)
la massima frequenza
modulabile sia di 4,5 KHz se il canale di trasmissione è di 9 o 10 KHz,
e 3KHz se il canale è largo 5 KHz.
Và da sè che utilizzando la
modulazione di frequenza FM a banda stretta,
la quale è insensibile ai disturbi di qualsiasi tipo la qualità migliora
tantissimo, ma la limitazione rimane.
Usando poi la FM a banda larga, che purtroppo è confinata
necessariamente alle bande alte visto il canale a 75 KHz, la massima
frequenza trasmissibile diventa 15 KHz quindi di qualità Hi-Fi.
Con le modulazioni digitali poi la qualità dipende dal B.E.R. (bit error
rate) e dal tipo di compressione dati utilizzato, vi è comunque il
vantaggio dell ' altissima immunità ai disturbi e la possibilità di
trasmettere grandi quantità di informazioni in un canale stretto
(compressione).
Generalmente, si sfrutta la propagazione ottica delle onde
elettromagnetiche con frequenza elevatissima per le comunicazioni da
punto a punto, cioè si realizzano dei ponti radio, i quali servono per
realizzare delle dorsali di comunicazione (telefoniche,TV, radio o
altro), a cui saranno poi collegati i trasmettitori locali. I ponti
radio sono raffigurabili come nella figura quì sotto.
Nei ponti radio si usano delle antenne molto
direttive, di solito
paraboliche.
Di seguito alcune immagini ingrandibili che vi permetteranno di capire
meglio quanto esposto.
Impianto
di trasmissione con ponti radio e RADAR
Circuito oscillatorio di tipo serie
Antenna
parabolica per comunicazioni spaziali
Circuito oscillatorio di tipo parallelo
Trasmettitori
Per trasmettere le onde radio tramite le antenne ci si
avvale di apparati progettati e costruiti allo scopo, stiamo parlando
dei trasmettitori a radiofrequenza, i quali sono apparati molto
complessi, formati da vari stadi, diversi a seconda del tipo di
modulazione utilizzata, ma che comunque prevede sempre come primo stadio
un oscillatore elettronico che genera la portante avente la
frequenza
desiderata e come ultimo stadio un amplificatore di potenza che eleva i
valori di tensione e corrente ai valori opportuni che necessitano per
generare la potenza adatta a coprire la distanza desiderata.
L'
oscillatore è un circuito elettronico utilizzante
componenti elettronici
attivi e
passivi, che
genera tramite un circuito oscillatorio accordato, e un componente
attivo (transistor o valvola), un segnale elettronico di frequenza
stabilita in fase di progetto, che deve coincidere con la frequenza di
trasmissione che ci interessa ed è molto importante che l' oscillatore
fornisca un segnale con frequenza che sia stabile nel tempo, per
ottenere ciò si introduce nel circuito oscillatorio un particolare
componente ad effetto piezoelettrico chiamato
quarzo, il quale
stabilizza l' oscillazione e la rende indipendente dalla tensione di
alimentazione ed entro certi limiti anche dalla temperatura. Nei
circuiti multicanale per evitare di utilizzare molti quarzi si usa un
circuito particolare chiamato
P.L.L. (phase locked loop), il quale
utilizza un solo quarzo per generare tutte le frequenze in modo stabile.
Ultimamente stà prendendo piede un
circuito
digitale di nuova concezione chiamato
D.D.S.
(direct digital sintesis) a controllo numerico il quale
presenta molti vantaggi rispetto a quelli analogici.
Il segnale in uscita dall' oscillatore perviene quindi
allo stadio modulatore,
cioè il circuito che sovrappone l' informazione
da trasmettere alla portante da irradiare. Esso è diverso a seconda che
si utilizzi la modulazione d' ampiezza (AM) in cui la frequenza della
portante rimane stabile e se ne varia
l' ampiezza, oppure la modulazione di frequenza (FM) in cui l' ampiezza
rimane stabile e se ne varia la frequenza, o modulazioni di fase tipo
FSK o AFSK.
Esistono anche modulazioni di tipo digitale (utilizzate
per il wi-fi) e per il D.A.B.+, questo presuppone un modulatore
diverso per ogni tipo.
Infine il segnale modulato arriva allo stadio
amplificatore di potenza
selettivo, il quale ne eleva i valori di tensione e corrente fino ad
arrivare alla potenza che il progetto necessita al fine di coprire la
zona prestabilita.
All' uscita del trasmettitore si connette tramite un
connettore
specifico la linea di trasmissione che porterà il segnale all' antenna.
Bisogna tenere presente che tutte le linee di trasmissione a cavo
coassiale o a guida d' onda hanno un '
impedenza
caratteristica che và rispettata nella totalità del percorso, per
evitare disadattamenti e perdite di segnale, questo sia in trasmissione
che in ricezione.
L' impedenza caratteristica in trasmissione è di solito stabilita in 52
Ω negli apparati di trasmissione e 75 Ω in quelli di ricezione.
Di seguito lo schema a blocchi ingrandibile di un generico trasmettitore
ed altre immagini esplicative.
Vista ingrandibile di un ricetrasmettitore
Impianti di trasmissione radio TV
Centro trasmittente Rai-Way, San Nicola dell'alto Connettore con impedenza 50 Ω di tipo N
Radioricevitori
Il radioricevitore è un ' apparato elettronico che si occupa di
ripristinare (demodulare) un segnale precedentemente trasmesso dal
trasmettitore radio. Noi considereremo solo quello più diffuso, cioè il
tipo supereterodina.
Il segnale raccolto dall' antenna ricevente, trasformato da onda
elettromagnetica a differenza di potenziale dalla stessa, viene quindi
inviato all' ingresso del ricevitore, il quale come primo stadio ha un
amplificatore-filtro di banda sintonizzato sulla frequenza da ricevere,
esso è un amplificatore per piccoli segnali e a basso rumore, in modo da
riuscire ad amplificare anche i segnali di bassa intensità e quindi
aumentare la sensibilità del ricevitore.
Gli stadi seguenti in caso di ricevitore
supereterodina
sono un oscillatore (oscillatore locale) a frequenza variabile
sintonizzato sulla frequenza da ricevere meno il valore della frequenza
intermedia (455 KHz in caso di ricevitore AM e 10,7 MHz in caso di FM) e
uno stadio convertitore-mescolatore dove viene mescolato il segnale
proveniente
dall' antenna-amplificatore-filtro (front-end) con quello
dell' oscillatore locale.
All' uscita dal convertitore troviamo un segnale a
frequenza fissa, indipendentemente da dove sintonizzeremo i circuiti
oscillatori del filtro d' ingresso e dell' oscillatore locale, questo
segnale è il risultato del battimento tra le due frequenze (frequenza
intermedia).
Il segnale a frequenza intermedia viene poi inviato a due o tre stadi
amplificatori sintonizzati e selettivi, i quali amplificano solo la
frequenza intermedia ed eliminano qualsiasi altro segnale non
necessario.
Gli stadi del ricevitore così come esposto fino ad adesso sono uguali a
prescindere dal tipo di modulazione, invece lo stadio seguente, cioè il
demodulatore è diverso a seconda del segnale da demodulare, esso è
semplice (un diodo e un condensatore di basso valore) nel caso della
A.M. molto più complesso nel caso della F.M. e di complessità via via
più crescente con le modulazioni di fase o quelle digitali.
Lo stadio successivo ed ultimo è un
amplificatore audio, che amplifica
il segnale demodulato in modo da pilotare un altoparlante, esso può
essere del tipo esposto nella pagina
componenti attivi di questo
sito.
Esistono anche ricevitori ad
amplificazione diretta, cioè senza oscillatore locale e mescolatore,
ma solo con un circuito oscillatorio sintonizzato sull' ingresso d'
antenna, il demodulatore e un amplificatore audio. Naturalmente questi
tipi di ricevitori non possono avere le caratteristiche di sensibilità e
selettività dei supereterodina, ma per iniziare vanno bene, ne trovate
un esempio realizzabile nella figura poco più sotto.
Recentemente si sono affacciati sul mercato mondiale dei ricevitori
single chip (D.S.P.)di
nuova generazione in cui l' elaborazione del segnale dopo la
sintonizzazione e la conversione viene effettuata in modo totalmente
digitale previa conversione
A/D, i vantaggi sono molti, tra cui filtraggio migliore,
eliminazione dei fruscii eccetera, ma soprattutto il vantaggio maggiore
è che tutto il ricevitore stà in un solo
circuito integrato di
dimensioni piccolissime e di costo irrisorio, un tipico circuito
integrato ricevitore di questo tipo è l'
SI4702 di cui trovate il
datasheet a questo
link, gli svantaggi sono una minore sensibilità, un adattamento alle
variazione del segnale non proprio veloce e una qualità audio in certi
casi discutibile o con una sensazione di artificiosità.
Di seguito alcune immagini esplicative, per una migliore visione bisogna
ingrandirle.
Schema a blocchi di un tipico ricevitore supereterodina
Ricevitore
Supereterodina AM-FM visto all' interno Tuner D.S.P all in one SI4702
Ricevitore AM a demodulazione diretta Front-end sintonizzato senza demodulatore
Antenne riceventi e trasmittenti
Per concludere l' argomento l' argomento vasto della
radiotecnica parleremo adesso del componente forse meno considerato ( a
livello amatoriale) in questo campo ma che è in effetti il più
importante, cioè l' antenna.
Essa serve per irradiare il segnale prodotto dal trasmettitore e a
ricevere lo stesso segnale all' ingresso del ricevitore.
Le antenne
riceventi e
trasmittenti si basano sulle stesse leggi fisiche e sono
reversibili, cioè la stessa antenna può essere usata sia in ricezione
che in trasmissione, naturalmente se la stessa è dimensionata per
ricevere la potenza del trasmettitore.
L' antenna ricevente è un
sistema risuonante
accordato, che fornisce ai suoi capi un segnale elettrico proporzionale
al campo elettromagnetico in cui si trova immersa.
l' antenna trasmittente è un
sistema risuonante
accordato che crea intorno a se un campo elettromagnetico proporzionale
alla potenza del segnale applicato ai suoi capi.
Il valore della frequenza e lunghezza d' onda in cui essa si trova a
risuonare, e quindi quella in cui ha la massima sensibilità, dipende
dalle sue dimensioni fisiche, per cui l' antenna ideale per una data
frequenza deve essere della stessa lunghezza in metri della sua
lunghezza d' onda, in questo caso si parla di antenna ad onda intera,
che poi è quella di maggior rendimento. Le antenne possono anche essere
realizzate con misure sottomultiple della lunghezza d' onda tipo 1/2,
3/4 e 1/4 accettando un piccolo calo del rendimento di conversione e di
propagazione, ma ciò permette di avere antenne di dimensioni molto più
piccole nel caso di trasmissioni nella parte bassa dello spettro
elettromagnetico.
l' antenna più semplice realizzabile e che fà da base a tutte le altre è
il dipolo hertziano,
essa è composta da due elementi di materiale conduttore con lunghezza
totale calcolabile tramite la formula 300000/frequenza, in cui 300000 è
la velocità della luce in Km/s , e la frequenza è quella in cui il
dipolo deve funzionare ed è espressa in
Hertz.
Partendo dal dipolo, il quale se collocato in posizione verticale
irradia omnidirezionalmente il proprio campo, si ottengono aggiungendo
altri dipoli passivi antenne direttive o direzionali, che hanno la
caratteristica di irradiare in un solo senso.
Il vantaggio delle antenne direttive è quello di concentrare il campo
irradiato o il campo ricevuto in un solo senso, così da servire solo una
determinata zona, oppure ricevere solo in una direzione e scartare tutte
le altre.
Le antenne direttive più utilizzate sono la
Yagi e la
parabolica, utilizzata per la sua alta direzionalità nei ponti radio
o per comunicazioni cosmiche o satellitari.
l' antenna sarà poi collegata al trasmettitore o al ricevitore tramite
una
linea di trasmissione formata da un
cavo coassiale di impedenza caratteristica uguale a quella dell'
uscita del trasmettitore o all' ingresso del ricevitore.
Il cavo coassiale è formato da un conduttore immerso in un materiale
isolante di forma cilindrica e a sua volta ricoperto da una calza di
materiale conduttore con la funzione di schermo verso il conduttore
interno. Il tutto è protetto da una guaina in materiale plastico o
gommoso che isola il tutto dalla pioggia e dai traumi meccanici.
La sezione dell' isolante cilindrico determina l' impedenza
caratteristica della linea di trasmissione e come detto prima per
evitare perdite essa deve coincidere con quella dell' apparato a cui
sarà collegata.
Cliccando su questo testo potete scaricare un file XLS da me
realizzato appositamente con cui è possibile calcolare
un
dipolo partendo dalla frequenza su cui deve risuonare.
Di seguito alcune immagini ingrandibili.
Linee di trasmissione verso le antenne
Antenna a dipolo in onda corta HF
Rappresentazione di un dipolo con linea di trasmissione
Torre con ponti radio
Per
concludere voglio ribadire che è impossibile condensare in questo
piccolo testo tutto quello che c'è da dire riguardo alla radiotecnica,
ma se avete intenzione di approfondire o avete bisogno di una consulenza
professionale potete mettervi in contatto con me tramite la pagina
"Contatti".
Grazie di aver visitato il mio sito.
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